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Accessibilità digitale: un obbligo dal 28 giugno 2025

Da anni si parla di un web “per tutti”, ma troppo spesso questo “tutti” si infrange contro ostacoli invisibili: siti non accessibili, app inutilizzabili da persone con disabilità, documenti che gli screen reader non riescono a interpretare.

Dal 28 giugno 2025 cambia tutto: entra in vigore l’European Accessibility Act (Direttiva UE 2019/882) e l’accessibilità digitale non sarà più una scelta facoltativa, ma un vincolo normativo per un’ampia gamma di prodotti e servizi, non soltanto pubblici ma anche privati.


Perché è importante

  • 1 adulto su 4 in Europa convive con una qualche forma di disabilità: sono circa 101 milioni di persone sopra i 16 anni.

  • Il progetto WebAIM Million ha mostrato che il 98% delle homepage violano le linee guida sull’accessibilità e il 90% dei siti non funziona con tecnologie assistive.

  • A livello globale, la WHO stima che il 15% della popolazione abbia una disabilità, e che un quarto di queste persone non navighi sul web semplicemente a causa di barriere “volute” in fase di progettazione.


Cosa prevede l’European Accessibility Act

La Direttiva UE 2019/882 mira a eliminare sistematicamente gli ostacoli digitali, adottando il principio della “progettazione universale”:

“L’accessibilità deve essere perseguita attraverso la soppressione e la prevenzione sistematiche delle barriere, preferibilmente con la progettazione per tutti, garantendo così un accesso paritario alle persone con disabilità.”

Già in Italia la Legge Stanca (4/2004) imponeva l’accessibilità ai siti e servizi digitali della Pubblica Amministrazione; dal 28 giugno 2025 la stessa attenzione si estende anche al settore privato.


A chi si applica l’obbligo

L’accessibilità diventa vincolante per:

  • E-commerce e piattaforme di vendita online

  • Servizi bancari e finanziari digitali

  • Biglietterie elettroniche e applicazioni per i trasporti

  • App mobili e software desktop

  • Documenti digitali (PDF, manuali, moduli)

  • Form online di contatto, registrazione, richiesta informazioni

  • Sistemi di autenticazione (login, aree riservate)

In pratica, qualsiasi elemento che richieda un’interazione o fornisca informazioni deve risultare accessibile.


Esenzioni per le microimprese

Le aziende con meno di 10 dipendenti e fatturato annuo sotto i 2 milioni di euro sono escluse dall’obbligo formale.
Tuttavia, l’etica e la legge 67/2006 contro le discriminazioni richiedono comunque attenzione: un reclamo può avere conseguenze legali anche per chi non rientra nell’obbligo diretto.


Le conseguenze del mancato adeguamento

  • Sanzioni amministrative fino al 5 % del fatturato annuo

  • Contenziosi civili per discriminazione (Legge 67/2006)

  • Esclusione da bandi e appalti in ambito europeo

  • Il danno reputazionale, forse la sanzione più grave, per un brand che comunica “non tutti sono benvenuti”.


Fondamenta di un progetto realmente accessibile

Non basta un widget o un’autocertificazione: ogni aspetto va curato fin dalla progettazione:

  • Testi alternativi per elementi visivi, leggibili dagli screen reader

  • Contrasto cromatico adeguato per ipovedenti e daltonici

  • Navigazione da tastiera, senza dipendere dal mouse

  • Compatibilità ARIA e con i principali screen reader

  • Etichette chiare nei form e messaggi di errore comprensibili

  • Struttura semantica del codice HTML

  • Sottotitoli per i video

  • PDF accessibili

  • Link descrittivi (es. “Scopri i nostri servizi” anziché “Clicca qui”)


Benefici per tutti

Un design accessibile non è solo una questione tecnica o normativa: migliora l’esperienza di ogni utente:

  • Maggiore usabilità e chiarezza

  • Performance più rapide e migliori KPI di caricamento

  • SEO potenziata grazie a contenuti strutturati

  • Mobile friendly e fruibilità in condizioni di rete non ottimali


I 4 principi delle WCAG 2.2 (livello AA)

  1. Percepibile – Contenuti fruibili in vari formati (testi alternativi, sottotitoli).

  2. Utilizzabile – Interfacce accessibili da tastiera e assistive tech.

  3. Comprensibile – Linguaggio chiaro, navigazione coerente.

  4. Robusto – Compatibilità con diversi browser, dispositivi e tecnologie assistive.


In sintesi

  • Quando: dal 28 giugno 2025

  • Chi: molte imprese private, oltre alla PA

  • Perché: 1 su 4 in Europa ha una disabilità, deve poter accedere al digitale

  • Cosa succede: obbligo legale, sanzioni, rischio reputazionale

  • Come: progettazione universale, WCAG AA, controllo continuo

L’accessibilità digitale è molto più di un obbligo: è un investimento in etica, strategia e valore, capace di rendere il web davvero “per tutti”.